martedì 26 aprile 2016

24 Aprile 2016 Sarnico Lovere Run

Una delle gare piú belle in assoluto. Con queste credenziali mi sono approcciato alla Sarnico Lovere Run, una corsa di 25,2 km che collega le due estremitá del Lago d'Iseo sulla sponda bergamasca. Mi sono letteralmente innamorato di un filmato visto ad Ottobre dello scorso anno su youtube, e l'iscrizione é stata praticamente immediata. Quando ancora non era nemmeno nello stato embrionale l'idea che avrei corso la mia prima maratona a Marzo di quest'anno, questa doveva essere la prima gara da affrontare su un chilometraggio maggiore della classica mezza. Questo ha inciso molto anche sull'aspetto psicologico col quale l'ho affrontata. Avendo corso giá chilometraggi maggiori la distanza non era un problema o almeno non come lo sarebbe stato se l'avessi affrontata solo con mezze maratone nelle gambe. E cosí ho potuto godermi davvero ogni secondo di questo autentico paradiso d'Italia, ogni metro percorso in questo miracolo naturale. Occasione non fu piú ghiotta poi di poter organizzare anche un bel pranzo post gara assieme alla mia famiglia e a quella di mio fratello in uno dei tanti ristoranti convenzionati. Per evitare levatacce e problemi logistici anche al resto della famiglia con loro l'appuntamento é all'arrivo a Lovere, io invece opto per andare a Sarnico dove lascio l'auto in uno dei tanti parcheggi a disposizione. Sono partito da casa dei miei a Milano quindi non é stata poi tanto levataccia neanche per me. La sveglia alle 5.45. Tutto é praticamente giá pronto e dopo una lauta colazione sono giá in auto. Viaggetto di circa un'oretta abbondante. Non sono molto tranquillo perché mi sono accorto di avere lasciato a casa mia, in Friuli, la lettera di conferma per il ritiro del pettorale che faró a breve, ed il tentativo della sera prima di ristamparlo a casa dei miei é fallito perché c'erano dei problemi coi server. Arrivo a Sarnico verso le 8. Sono sorpreso nel vedere che l'area del palazzetto dove si ritireranno i pettorali é giá brulicante di atleti. Saremo 3500 alla partenza. Parcheggiata l'auto in un'area periferica mi fiondo a ritirare il numero di gara in un palazzetto organizzatissimo nonostante ci siano atleti in ogni centimetro disponibile, per fortuna non faccio fila, dall'1 al 500 non c'é nessuno e non mi fanno storie per la lettera di conferma stampata a metá. Ci sono dei tavolini con volontari che servono the, acqua e persino dolci e crostate, si potrebbe fare persino colazione e ci avrei fatto piú di un pensiero se non l'avessi giá fatta prima. Comincio a cambiarmi ed a preparare la canotta sociale col pettorale appena ritirato (fantastico c'é anche il nome), prendo poi armi e bagagli e consegno la sacca all'organizzazione. Ci sono 4/5 furgoni a disposizione tutti contrassegnati. Impossibile sbagliare. Alle 9 sono in zona partenza. Si parte da Piazza XX Settembre e comincio a scaldarmi lí vicino sul lungo lago. Non posso fare a meno di notare che la zona partenza non é né lunga ne larga. Ipotizzo e a ragione che all'inizio si dovrá partire un po' col freno a mano tirato. Entro nella mia griglia, ovviamente l'ultima, a 10 minuti dallo sparo. Mi trovo praticamente a ridosso dei bagni chimici. Esilarante il fatto che io mi trovi rivolto alla linea di partenza e ci sia gente di fronte a me che guarda in direzione opposta in fila ai bagni. Comincia a vorticare nell'aria un elicottero, penso sia l'artefice di quel meraviglioso video di youtube che mi ha fatto essere qui oggi. Scatta il salutone. All'improvviso si parte, lo sparo da dove sono io non si sente, si capisce di aver dato inizio alle ostilitá dal fatto che la gente davanti a me comincia a saltellare come fossero tante ballerine. Io cammino, praticamente comincio a correre se cosí si puó dire, da sotto l'arco della partenza. Il primo km praticamente viene corso a ritmo di lunghissimo, c'é il rischio concreto di travolgere qualcuno piú lento davanti, non che io sia veloce, tutt'altro, ma essendo partito parecchio dietro qualcuno piú lento di me davanti c'é sicuro. Dopo il secondo km invece la strada si apre un po' e si riesce a correre ad un ritmo piú consono alle mie potenzialitá, certo i keniani davanti potrebbero essere giá al primo ristoro ma é un dettaglio. La prima parte non é bellissima, si lascia il lungo lago, si va un po' verso l'interno, qualche sali scendi, ma poi il lago arriva, in tutta la sua bellezza. Il terrorismo psicologico del meteo non ha funzionato. C'é un bellissimo sole. Gli alberi proiettano lunghe ombre sul tracciato, penso che probabilmente non ci saranno per tutto il percorso e probabilmente malediró questo sole quando cominceró a sudare veramente. Si attraversano i comuni di Predore e Tavernola Bergamasca. Prendo una bottiglietta d'acqua al ristoro del km 5 e del km 10, dove assumo anche un gel, posto proprio prima di Tavernola. Si comincia ad intravedere anche un po' di pubblico, bambini che vogliono darti il "5", una banda a scandire lo scalpiccìo delle migliaia di atleti, mi sento orgoglioso di essere uno di questi. Nel lago si staglia la magnifica Monte Isola, la piú grande isola dei laghi europei che raggiunge i 600 metri di altitudine. Il sole comincia ad essere non piú tanto piacevole come in partenza tanto che al ristoro del km 15 prendo una bottiglietta d'acqua e la tengo con me, visto che ora preferisco bere un po' piú spesso. Nel frattempo comincio a intravedere sullo sfondo quella che qualcuno aveva raccontato su runningforum come possibile spauracchio. La salita di Zú. Non é una montagna sia chiaro, é una salita che dura circa un km con pendenze non importantissime, ma arriva dopo 17 km corsi comunque a ritmo sostenuto e sulle gambe puó farsi sentire. Ci arrivo decisamente preparato visto che per quasi un km la vedevo lí, cosí vicina, ed il mio passo si era ormai quasi automaticamente sintonizzato sulla cadenza che avrei dovuto tenere. Una volta scollinato, si fa per dire, una piacevolissima discesa che di slancio ti fa entrare a Riva di Solto dove é posizionato il rilevamento dell'intertempo e dove passo dopo circa 1h 40min ad un ritmo tra i 5.10 e i 5.15. Il paesaggio é da qualche km cambiato radicalmente e se prima era idilliaco adesso é davvero stupendo. Qualche galleria, probabilmente quelle sabotate nell'illuminazione negli anni passati, fa da contorno ad una vista da togliere il fiato. Insenature con un'acqua colorata dal sole in mille sfumature, mi accompagnano negli ultimi 6 km, sembra una cartolina dalla costiera Amalfitana e invece siamo in provincia di Bergamo, mi distraggo dalla corsa, entro in qualcosa di piú grande. Dal km 20, ultimo ristoro, non guardo piú nemmeno il cronometro. Perso in mille pensieri non mi accorgo, questo lo dirá la classifica di tds alla fine della gara, di passare ben 150 atleti e di fare gli ultimi 6 km sotto i 5min/km. Perso in mille pensieri non mi accorgo di essere giá a Castro a meno di un km dall'arrivo e di fare un km, il 24 a 4.10, forse il Garmin é impazzito dopo le gallerie forse sono impazzito io, non importa. Importa che lo spettacolo meraviglioso offerto da questa gara ha il giusto tributo all'arrivo con centinaia di persone assiepate sulle tribunette e contro le transenne che incanalano sul tappeto che porta all'arrivo e dove alzo le braccia al cielo dopo 2h 09m 19s. Un'organizzazione magnifica, anche se scopriró in seguito che forse qualche criticitá c'é stata con gli ultimi arrivati che non hanno ricevuto il pacco gara, un percorso bellissimo, una corsa che qualsiasi runner, almeno una volta nella vita, dovrebbe correre, come tributo all'amore per questo sport.

2 commenti:

  1. Leggendo sembra di essere lì con te....ma senza fatica!!! Ciao, Elisa

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  2. Grazie mille, dopo tutto non sono uno scrittore, e se riesco a rendere l'idea di quanto vissuto almeno nella metá delle mie intenzioni, potró ritenermi comunque molto soddisfatto.

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