martedì 11 aprile 2017

2 Aprile 2017 - Maratona di Roma

Per quanto si potesse pensare a una gara dura, per quanto si potesse essere preparati ad affrontarla, la realtá é stata sicuramente peggiore. Chi aveva partecipato a questa splendida maratona aveva raccontato dei saliscendi e dei tratti in pavé, affrontarli con la pioggia e con sopravvenuti problemi fisici ha contribuito a dare a questa gara dei contorni di epicitá. Ma come sempre andiamo con ordine. Arrivo a Roma il Venerdí, e mi godo la cittá a 360 gradi complice una fantastica giornata di Primavera.
L'expo della maratona allestito al quartiere Eur, nemmeno troppo affollato, mi permette di entrare quasi subito in clima gara. Scambio in inglese un paio di battute con un indiano sui nostri rispettivi "goal", obiettivi, nel tragitto che dalla metropolitana porta al Palazzo dei Congressi ove é allestito il Marathon Village. Ci ritorneró anche Sabato per accompagnare l'amico Piero nonché compagno di squadra, la cui presenza assieme ad Elisa, ha reso meno malinconica la mia permanenza a Roma soprattutto nel post-gara.
La partenza é fissata alle ore 8.50. Questo presuppone la sveglia all'alba. Sono ospite di un bed & breakfast nella zona di Furio Camillo, vicino alla fermata della metropolitana. L'appuntamento con Piero é alle 7 a Roma Termini. La giornata é piovosa ma almeno per il momento concede una tregua anche se all'orizzonte il cielo é nerissimo. La stazione della metropolitana del Colosseo, nell'immediata vicinanza della partenza é chiusa, questo per obbligare i partecipanti a transitare per un percorso ben definito in piena sicurezza, in modo ordinato, partendo dal Circo Massimo, percorrendo via di San Gregorio, girando attorno al Colosseo per via Celio Vibenna e giungendo in Piazza del Colosseo dove sono posti i camion per il deposito borse. L'organizzazione é buona, niente da dire, bisogna pur sempre considerare che ci sono 16000 iscritti, che il tempo limite di 7h 30m permetterá di tagliare il traguardo a 13300 persone, una macchina impressionante che peró qualche criticitá l'ha evidenziata. La mancanza di adeguati ripari soprattutto all'arrivo sotto la pioggia ha costretto i piú a percorrere oltre 2 km dopo il traguardo per recuperare le borse e cambiarsi nella stazione della metropolitana di Circo Massimo. Depositate le borse ci inquadriamo alle 8.30. Siamo entrambi, io e Piero, nel gruppo C, lui perché alla prima maratona, io perché con i miei tempi precedenti non sono mai stato sotto le 4h 10m. L'obiettivo per questa gara é stare sotto le 4h, la lunga preparazione é stata fatta in funzione di questo, anzi secondo calcoli spicci si potrebbe pensare a qualcosina meno, 3h 55m, anche 3h 50m.
Ma che le cose andranno diversamente lo si é capito da subito. Un minuto prima della partenza comincia a piovere. A dirotto. Non si vede quasi nulla. E sará cosí per i primi, lunghissimi, 12 km. La partenza esattamente all'altezza del Foro Traiano, in qualsiasi altro momento, sarebbe stato da cartolina, come da cartolina sarebbe stato il passaggio seguente all' Altare della Patria, invece intruppato in mezzo a migliaia di atleti lenti e sotto una pioggia battente, di indimenticabile c'é ben poco. Il primo km a 5.53 dice tutto. Mille pensieri passano per la testa mentre la casacca sociale ed i manicotti ben saldi alla maglia tecnica sono giá inzuppati. La cosa che piú temo in questo momento sono i sampietrini che con l'acqua somigliano a cubetti di ghiaccio e le buche coperte dall'acqua. Riesco zigzagando a trovare finalmente il mio ritmo. Secondo km a 5.38 poi 2 km a 5.21. Non riesco nemmeno piú di tanto a godere dello spettacolo che questa splendida cittá offre, troppo impegnato ad evitare le pozzanghere che con tutti i km davanti potrebbero causare ulteriori problemi. Noto giá il classico scostamento tra il mio crono e quello di segnalazione kilometrico della gara. Al momento é di circa un centinaio di metri. Passo ai 5 km in 27m 33s. Ritmo discreto, speravo in un minutino in meno, ma date le condizioni climatiche ed il percorso va benissimo cosí. Il tour romano prosegue su via Baldelli, viale Marconi, ed il primo ponte sul Tevere, prima di immettersi per circa un paio di km sul lungotevere. I parziali ormai sono consolidati, tutti tra i 5.20 e i 5.30. Firmerei per portare a casa questa gara con questi tempi. C'é inoltre da dire che qualche problemino fisico nella settimana precedente la gara c'é stato, prima un piede, poi l'altro, poi una caviglia. Al via comunque stavo bene ed ora che di km ne sono passati 10 le cose vanno per il meglio anche se in una maratona i conti si fanno dopo il km 30. Passaggio al km 10, 54m 53s, tutto sommato accettabile. Verso il km 12 dopo aver superato il ponte Testaccio e aver raggiunto il Lungotevere Aventino la pioggia ha concesso un break, un attimo di respiro. Sará stato questo, forse, a distrarmi quel tanto da farmi mettere il piede in fallo. Per evitare gli schizzi di un atleta davanti scarto lateralmente ma non mi accorgo di una pozzanghera che copre una buca. Il piede destro ci finisce dentro interamente e sento l'acqua ovunque. Spero non accada quello che purtroppo una decina di km dopo accadrá. Ora é tutto lungotevere fino al km 16 e passo al km 15 in 1.22.17, piú o meno ritmo costante dall'inizio. Dopo il Ponte Cavour un paio di km ad introdurre quello che é, a mio avviso, il passaggio piú suggestivo della gara intera. Prima via della Trapontina con alla sinistra Castel Sant'Angelo e poi via della Conciliazione fino a San Pietro. Saranno le centinaia di persone assiepate ai lati della strada, sará la bellezza assolutamente incantevole della piazza, mi ritrovo per alcuni istanti a non pensare piú né al ritmo né al mio piede inzuppato. Penso solo a quanto sono fortunato oggi a poter correre in tanta bellezza e ad avere Roma per un giorno tutta per me, e di pochi altri 16000. Il percorso prosegue nel quartiere Prati, si passa viale Giulio Cesare, via Lepanto, via delle Milizie, via della Giuliana fino a Piazzale Clodio dove é situato il passaggio della mezza maratona. Siamo attorno all'1h 56m. In una gara ideale sarebbe stato buono arrivarci con qualche minuto in meno ma va bene cosí. Se non ci saranno problemi staró tranquillamente sotto le 4h. Se non ci saranno problemi... Ma adesso inizia l'altra gara. Quando si dice che una maratona non é semplicemente fare una mezza due volte. Il piede bagnato a cui non avevo pensato per parecchi km, tanto da farmi illudere fosse asciutto, ha presentato il conto. Vesciche. Anche se il riscontro cronometrico dei passaggi successivi é incoraggiante al ristoro del km 25 mi fermo qualche secondo in piú. Finora avevo sempre preso qualcosa a tutti i ristori ma senza fermarmi, ora il piede comincia a fare male. Il dolore é sempre sopportabile ma probabilmente ne risente la postura che incide non poco sull'economia di gara. Al km 25 dopo aver percorso un altro bel tratto di Lungotevere e prima di imboccare il ponte Duca d'Aosta transito in 2h 17m 37s. Altro pezzo di Lungotevere fino a via dei Campi Sportivi, si lambisce il lussuoso Quartiere Parioli e si gira attorno al Parco di Villa Glori. É il km 30. La vescica fa male. La maratona inizia dopo il km 30. É sempre cosí, ma psicologicamente anche se manca ancora un'infinitá comincia a farsi largo la convinzione che la finirai. Forse é con questa convinzione che corro il km 30, che risulterá alla fine il piú veloce di tutta la mia gara, in 5.12. Siamo a 2h 44m 55s. Tutto sommato un tempo accettabile, nelle previsioni potevano essere forse 4/5 minuti in meno ma il percorso e soprattutto il meteo che da qualche km ha cominciato a dare di nuovo il peggio di sé, non mi avrebbero permesso di fare meglio. La sosta al km 30 é piú lunga delle precedenti, ne approfitto per bere un po' piú tranquillamente ma soprattutto per sollevare il piede destro martoriato dalla vescica. I km passano inesorabili, 31-32-33, si passa il Quartiere Flaminio e si percorre il Lungotevere in Augusta. Km 35. 3h 13m 04s. Da qui inizia l'altra gara. Quella della sofferenza, della tenacia, della Maratona nel suo unico ed inarrivabile fascino. Che ti logora e ti ammalia. Senza aver archiviato il dolore al piede provocato dalle vesciche, sí perché mi sono accorto che il fastidio é in due punti distinti del piede, sento tirare leggermente il quadricipite, segno inequivocabile dell'arrivo di lí a poco, degli spiacevolissimi crampi. Mancano 7 km, anzi 7,5 perché nel frattempo lo scostamento tra il mio crono e le tabelle di segnalazione kilometriche é aumentato a circa 300 metri. Saranno i 7 km piú lunghi della mia vita. Decido di rallentare, cosí da placare la rabbia dei muscoli, si passa via Monte Brianzo e via Zanardelli prima di arrivare nella splendida cornice di Piazza Navona. I passaggi dei km 36-37 e 38 non sono incoraggianti 6.26, 6.34 e 6.01. Mancano poco piú di 4 km, i crampi sono arrivati.
É bastato rallentare un po' per placarli ma sono lí ormai pronti ad aggredire come un coltello ad ogni minima accelerazione. 3h 32m 05s piú altri 300m da fare per quel maledettissimo scostamento cronometrico che potrebbe fare la differenza. Il km 39 mi dá nuove speranze, anche se la corsa ha perso da tempo fluiditá, le vesciche nemmeno le sento piú visto che ho i piedi anestetizzati dai sampietrini, l'unico problema sono i crampi. Via del Corso, piazza del Popolo con l'Obelisco Flaminio, via del Babbuino, km 40 a 6.15, 3h 44m 03s. 15 minuti. 15 minuti e 56 secondi per la precisione. Devo fare 2,5 km. Si passa il traforo Umberto I. Un dolore acuto, fortissimo, una coltellata nella gamba sembra celebrare la mia resa. In qualsiasi altra circostanza avrei solo pensato a finire la gara camminando, anche strisciando se fosse servito, visto che la parola ritiro non la voglio conoscere, ma oggi per stare sotto le 4 ore bisognerá correre ancora un po'. Un atleta che mi segue mi dá una pacca sulla spalla e mi grida "C'mon, it's finished" o forse é solo la mia immaginazione a sentirlo. Mi fermo contro le transenne mentre sfilano i pacer delle 4h, una sensazione di sconforto simile a quella che devono provare i ciclisti in fuga quando vengono ripresi all'ultimo km mi pervade. Km 41 in 6m 42s. 3h 50m 46s. Manca 1,5 km. Via Nazionale, via IV Novembre, anche il polpaccio destro decide quasi per fare da contraltare alla gamba sinistra di manifestare il suo disappunto e cosí si arriva al km 42 in 6.13 a 3h 56m 59s in piena crisi di tutto. Ma non di fiato e non di gambe. Senza i crampi avrei potuto correre per altri 10, forse 20 km, la tabella di Massini che ho seguito ha dimostrato di essere valida. E allora chiudo gli occhi. Mancano 500 m. A occhio. Ce la posso fare, ma devo fare questi ultimi 500 m semplicemente correndo. Cerco di tenere le gambe il piú dritto possibile, donando alla mia corsa uno stile ridicolo che prego Iddio non venga immortalato da nessuna videocamera; l'arrivo é in leggera discesa, una manna, piazza Venezia, Altare della Patria, Fori Imperiali, 200m, 100m, finita... Finita. Fermo il mio crono prima di vedere quello ufficiale 3h 59m 18s. Quello ufficiale sará di 3h 59m 14s. Ritiro la medaglia sotto una pioggia torrenziale, mi danno una mantellina di cellophane e il pacco ristoro ma sono assente. Mi butto contro le transenne, mi viene da piangere dalla stanchezza, ho i conati di vomito e tremori di freddo. Sento che potrei svenire da un momento all'altro e sento di essere andato ben oltre i miei limiti quest'oggi. Se la maratona doveva servire a conoscere quali questi limiti fossero, oggi ne ho davvero ricevuto riscontro. Mi ci vorranno parecchi minuti per riprendermi e contattare Piero, che alla sua prima maratona ha centrato un incredibile 3.23 e a cui vanno le mie migliori congratulazioni visto che con la sua umiltá le merita tutte, per poi festeggiare assieme la conquista della Capitale. Una fatica immane che ho pagato nelle settimane a seguire con una contrattura ed una mezza bronchite, ma questa é la Maratona. Ti strema e ti ammalia...Alla prossima...

5 Marzo 2017 - Maratonina di Gorizia

Dopo molto tempo torno a scrivere di corsa. In veritá l'attivitá del running non si é mai fermata, gli allenamenti si sono succeduti forse piú intensamente che mai visto che alle porte c'é la Maratona di Roma con tutto il suo fascino di grande Capitale, della Capitale per eccellenza, e degli oltre 12000 attori protagonisti. Mi sono solo "riposato" un po' dalle gare. La Maratona di Monaco e la sua preparazione mi avevano fiaccato fisicamente e nella testa e dopo la Mezza di Palmanova la necessitá di staccare un po' dall'intensitá di gara é stata quanto meno fondamentale. Ma le idee non si sono fermate, sta prendendo vita il sogno, quel sogno di ragazzo, quella Maratona che non é una Maratona, é LA MARATONA. New York. Fatta l'iscrizione, non resta che contare i giorni. Ci sará tempo, tanto tempo, per raccontarne. Fino ad allora saranno tante le gare a cui parteciperó, ed una di queste é andata in scena Domenica scorsa. La Mezza Maratona di Gorizia. Con un carico di km assurdo fatto nelle ultime settimane, addirittura due uscite da 34 km nel giro di 6 giorni, ginocchia doloranti e sedute defaticanti dell'ultima settimana incredibilmente dure, mi sono approcciato alla gara con l'unico intento di finirla, senza chiedere di piú al crono e senza alcuna pretattica perché le sensazioni degli ultimi giorni, in cui ho assunto anche antiinfiammatori, erano davvero negative. Ma che le cose potessero andare diversamente lo avevo capito sin dalla mattina presto quando Mauro, compagno di squadra e di allenamento, é passato a prendermi a casa per andare a Gorizia assieme. Quei 100/200 metri fatti a ritmo di footing per raggiungerlo mi hanno fatto tornare il sorriso. Niente dolori, il ritmo sará quello che sará, ma correró senza alcun fastidio. Arrivati a Gorizia, prima della foto di rito con il resto della squadra, e dopo essersi preparati, aver ritirato il pettorale, depositato la borsa e fatto gli scongiuri per il tempo in perenne equilibrio tra pioggia e sole, spostato piú verso la pioggia in veritá, un po' di riscaldamento che mi ha decisamente risollevato. Sto bene. Finalmente. E poi ho la testa sgombra, non ho alcuna ossessione di tipo cronometrico, non sono nemmeno teso sulla linea di partenza come spesso, quasi sempre, accade. Sono tranquillo, riesco a scherzare con qualche compagno di squadra, salutare un collega. Insomma piú un clima da sagra che da gara. E resto quasi sorpreso anche dallo sparo che dá il via alle ostilitá. La partenza da Corso Verdi come sempre. Parto quasi davanti quindi non ho il solito traffico con conseguente perdita di tempo dei primi km. Non ci sono nemmeno molti atleti al via, circa 600. Arrivo al primo km in via Brigata Casale a 4.16. Sono partito come un razzo, a questo ritmo schiatteró dopo 10 km. Meglio rallentare, ma sono fuori fase e non riesco a trovare quello ideale, perché in fin dei conti, non ho un vero e proprio ritmo ideale quindi i successivi li faccio a 4.35, 4.34, 4.33 e 4.39. Sento che questo sará un grande giorno. Dopo via Leopardi e via Italico Brass si torna poco dopo il terzo km su corso Verdi e conseguentemente sulla linea di partenza che si rivarcherá nuovamente verso il km 20. La corsa prosegue su Corso Italia quasi fino alla Stazione. Al terzo km e mezzo si vedono nel controviale giá gli atleti di testa al ristoro del km 5. Mamma mia quanto corrono!! La corsa é giá un lunghissimo serpentone, in attesa di spezzarsi in piccoli tronconi. Al ristoro del km 5 prendo un bicchiere d'acqua al volo, giusto per bagnarmi le labbra. Piú avanti, circa al km 7, si entra in Slovenia attraverso il Valico di San Pietro e piú avanti nel piccolo centro abitato di Sempeter.
Assumo un gel al km 9. Dovrebbe bastare. Cerco qualche compagno di squadra, non riesco a trovare nessuno, non so se sono davanti né se sono dietro. Non so nemmeno dove si trovi Mauro che dovrebbe essere partito per mantenere un ritmo simile al mio. Lo ritroveró all'ultimo km. Passaggio al km 10, 45.17. Ottimo. Ci sono dei tratti abbastanza impegnativi, saliscendi continui, rompono un po' il ritmo ed appesantiscono le gambe ed infatti nonostante il 4.43 del km 13, mio lap tartaruga della gara, passo l'ora di gara avendo percorso giá oltre 13km. Fino a qualche tempo fa il fatto che mancassero 8 km all'arrivo mi avrebbe gettato nello sconforto, adesso la testa ragiona con numeri piú grandi ed infatti mancano SOLO 8 km. Comincio a fare qualche calcolo mentale ma é ancora presto per poter prevedere un miglioramento del mio record personale di 1.38.37. Si percorre la ciclabile che porta a Salcano. Bello il paesaggio. Finalmente scorgo un compagno di squadra. É Gabriele. Un ottimo punto di riferimento. Lo raggiungo circa al ristoro del km 15. Mi ripassa piú avanti e quasi come una sorta di elastico lo risorpasso. Nel frattempo si rientra in Italia da via degli Scogli, gli ultimi km sono stati fatti quasi tutti alla media di 4.37/4.38. Il percorso offre finalmente la possibilitá di tagliare qualche curva e la cosa mi permette di recuperare tempo prezioso e metri preziosi. Aumenta la consapevolezza che questa gara sará da incorniciare con un bel PB, e aumenta proporzionalmente il mio ritmo. Nel frattempo alle mie spalle rinviene nuovamente Gabriele, preziosissimo in questo momento dove potrei facilmente andare fuori giri. Le gambe tengono, ma Gabriele aumenta il ritmo per lo sprint che é praticamente iniziato a 2 km dall'arrivo. Sono certo di non riuscire a tenerlo tutto questo tempo, quindi sul pavé di Corso Verdi da dove la gara é partita rallento, ma non eccessivamente tanto da fare il km 20 a 4.28. Ora é il momento di accelerare. Gabriele é lí davanti e una volta svoltato in via Diaz scorgo un'altra casacca in lontananza della Fincantieri, dall'andatura credo sia Mauro, ma in questo momento sono a tutta e non riesco a definire parecchie cose. Non esiste crono, sono quasi in una dimensione extracorporea, sento che Mauro dice qualcosa mentre lo passo quasi sul rettilineo finale e con lui Gabriele, ma io non sono in grado piú di percepire alcun rumore, passo un altro atleta prima dell'arrivo e varcato il traguardo non ho nemmeno la forza di alzare le braccia al cielo
e di spegnere il Garmin che prosegue il conteggio dei secondi ancora per qualche istante, il tempo di prendere la medaglia e realizzare che é nuovo primato personale con 1.35.35, con un ultimo km a 4.16. Miglioramento di oltre tre minuti, e consapevolezza, una volta di piú, di essere sulla strada giusta per Roma e su quella piú grande per la realizzazione del sogno di una vita. Alla prossima.