martedì 11 aprile 2017

5 Marzo 2017 - Maratonina di Gorizia

Dopo molto tempo torno a scrivere di corsa. In veritá l'attivitá del running non si é mai fermata, gli allenamenti si sono succeduti forse piú intensamente che mai visto che alle porte c'é la Maratona di Roma con tutto il suo fascino di grande Capitale, della Capitale per eccellenza, e degli oltre 12000 attori protagonisti. Mi sono solo "riposato" un po' dalle gare. La Maratona di Monaco e la sua preparazione mi avevano fiaccato fisicamente e nella testa e dopo la Mezza di Palmanova la necessitá di staccare un po' dall'intensitá di gara é stata quanto meno fondamentale. Ma le idee non si sono fermate, sta prendendo vita il sogno, quel sogno di ragazzo, quella Maratona che non é una Maratona, é LA MARATONA. New York. Fatta l'iscrizione, non resta che contare i giorni. Ci sará tempo, tanto tempo, per raccontarne. Fino ad allora saranno tante le gare a cui parteciperó, ed una di queste é andata in scena Domenica scorsa. La Mezza Maratona di Gorizia. Con un carico di km assurdo fatto nelle ultime settimane, addirittura due uscite da 34 km nel giro di 6 giorni, ginocchia doloranti e sedute defaticanti dell'ultima settimana incredibilmente dure, mi sono approcciato alla gara con l'unico intento di finirla, senza chiedere di piú al crono e senza alcuna pretattica perché le sensazioni degli ultimi giorni, in cui ho assunto anche antiinfiammatori, erano davvero negative. Ma che le cose potessero andare diversamente lo avevo capito sin dalla mattina presto quando Mauro, compagno di squadra e di allenamento, é passato a prendermi a casa per andare a Gorizia assieme. Quei 100/200 metri fatti a ritmo di footing per raggiungerlo mi hanno fatto tornare il sorriso. Niente dolori, il ritmo sará quello che sará, ma correró senza alcun fastidio. Arrivati a Gorizia, prima della foto di rito con il resto della squadra, e dopo essersi preparati, aver ritirato il pettorale, depositato la borsa e fatto gli scongiuri per il tempo in perenne equilibrio tra pioggia e sole, spostato piú verso la pioggia in veritá, un po' di riscaldamento che mi ha decisamente risollevato. Sto bene. Finalmente. E poi ho la testa sgombra, non ho alcuna ossessione di tipo cronometrico, non sono nemmeno teso sulla linea di partenza come spesso, quasi sempre, accade. Sono tranquillo, riesco a scherzare con qualche compagno di squadra, salutare un collega. Insomma piú un clima da sagra che da gara. E resto quasi sorpreso anche dallo sparo che dá il via alle ostilitá. La partenza da Corso Verdi come sempre. Parto quasi davanti quindi non ho il solito traffico con conseguente perdita di tempo dei primi km. Non ci sono nemmeno molti atleti al via, circa 600. Arrivo al primo km in via Brigata Casale a 4.16. Sono partito come un razzo, a questo ritmo schiatteró dopo 10 km. Meglio rallentare, ma sono fuori fase e non riesco a trovare quello ideale, perché in fin dei conti, non ho un vero e proprio ritmo ideale quindi i successivi li faccio a 4.35, 4.34, 4.33 e 4.39. Sento che questo sará un grande giorno. Dopo via Leopardi e via Italico Brass si torna poco dopo il terzo km su corso Verdi e conseguentemente sulla linea di partenza che si rivarcherá nuovamente verso il km 20. La corsa prosegue su Corso Italia quasi fino alla Stazione. Al terzo km e mezzo si vedono nel controviale giá gli atleti di testa al ristoro del km 5. Mamma mia quanto corrono!! La corsa é giá un lunghissimo serpentone, in attesa di spezzarsi in piccoli tronconi. Al ristoro del km 5 prendo un bicchiere d'acqua al volo, giusto per bagnarmi le labbra. Piú avanti, circa al km 7, si entra in Slovenia attraverso il Valico di San Pietro e piú avanti nel piccolo centro abitato di Sempeter.
Assumo un gel al km 9. Dovrebbe bastare. Cerco qualche compagno di squadra, non riesco a trovare nessuno, non so se sono davanti né se sono dietro. Non so nemmeno dove si trovi Mauro che dovrebbe essere partito per mantenere un ritmo simile al mio. Lo ritroveró all'ultimo km. Passaggio al km 10, 45.17. Ottimo. Ci sono dei tratti abbastanza impegnativi, saliscendi continui, rompono un po' il ritmo ed appesantiscono le gambe ed infatti nonostante il 4.43 del km 13, mio lap tartaruga della gara, passo l'ora di gara avendo percorso giá oltre 13km. Fino a qualche tempo fa il fatto che mancassero 8 km all'arrivo mi avrebbe gettato nello sconforto, adesso la testa ragiona con numeri piú grandi ed infatti mancano SOLO 8 km. Comincio a fare qualche calcolo mentale ma é ancora presto per poter prevedere un miglioramento del mio record personale di 1.38.37. Si percorre la ciclabile che porta a Salcano. Bello il paesaggio. Finalmente scorgo un compagno di squadra. É Gabriele. Un ottimo punto di riferimento. Lo raggiungo circa al ristoro del km 15. Mi ripassa piú avanti e quasi come una sorta di elastico lo risorpasso. Nel frattempo si rientra in Italia da via degli Scogli, gli ultimi km sono stati fatti quasi tutti alla media di 4.37/4.38. Il percorso offre finalmente la possibilitá di tagliare qualche curva e la cosa mi permette di recuperare tempo prezioso e metri preziosi. Aumenta la consapevolezza che questa gara sará da incorniciare con un bel PB, e aumenta proporzionalmente il mio ritmo. Nel frattempo alle mie spalle rinviene nuovamente Gabriele, preziosissimo in questo momento dove potrei facilmente andare fuori giri. Le gambe tengono, ma Gabriele aumenta il ritmo per lo sprint che é praticamente iniziato a 2 km dall'arrivo. Sono certo di non riuscire a tenerlo tutto questo tempo, quindi sul pavé di Corso Verdi da dove la gara é partita rallento, ma non eccessivamente tanto da fare il km 20 a 4.28. Ora é il momento di accelerare. Gabriele é lí davanti e una volta svoltato in via Diaz scorgo un'altra casacca in lontananza della Fincantieri, dall'andatura credo sia Mauro, ma in questo momento sono a tutta e non riesco a definire parecchie cose. Non esiste crono, sono quasi in una dimensione extracorporea, sento che Mauro dice qualcosa mentre lo passo quasi sul rettilineo finale e con lui Gabriele, ma io non sono in grado piú di percepire alcun rumore, passo un altro atleta prima dell'arrivo e varcato il traguardo non ho nemmeno la forza di alzare le braccia al cielo
e di spegnere il Garmin che prosegue il conteggio dei secondi ancora per qualche istante, il tempo di prendere la medaglia e realizzare che é nuovo primato personale con 1.35.35, con un ultimo km a 4.16. Miglioramento di oltre tre minuti, e consapevolezza, una volta di piú, di essere sulla strada giusta per Roma e su quella piú grande per la realizzazione del sogno di una vita. Alla prossima.

Nessun commento:

Posta un commento